RICOMINCIARE DA MENO DI ZERO - INTERVISTA A J-AX SULLA SUA VITA



Il 13 Febbraio 2015, a Porta di Roma, J-ax ha festeggiato con i suoi fan il suo nuovo cd "Il bello d'essere Brutti". Pensate che lo stesso giorno ha vinto il disco di Platino, il che vuol dire aver venduto 100.000 copie. Una fila lunghissima di fan in Anzia per il suo arrivo hanno occupato tutto il piano 0 del centro commerciale "Porta di Roma". Appena uscito dall'ascensore, con i suoi occhiali e il suo inconfondibile cappello, si è recato sul palco, adibito per lui, è stato accompagnato da grida, fischi e applausi. Quando è salito sul palco l'emozione era molto più grande, ma le sue parole sono quelle che hanno alzato la pressione" Non me ne vado di qui finché tutti voi non avrete una foto e un autografo sul disco, e inoltre se avete una domanda da farmi da un pò di tempo.... non esitate". A noi, invece a concesso un'intera intervista!

Ci parli un pò della tua vita?
"Sono sempre stato un pesce fuor d’acqua. Le poche volte in cui mi trovavo immerso, quando mi era concesso anche a me di respirare a piccole dosi senza esagerare, l’acqua era così torbida che ti rimaneva attaccata alle dita come pece.
A scuola, ero quello bullizzato perché mi piacevano i computer e i fumetti e non il calcio o lo scooter. Nessuno capiva come mai qualcuno potesse avere gusti diversi e quindi mi tormentavano quotidianamente. Facile no? Quando poi con il rap ho ingranato, ho visto alcuni migliori amici voltarsi di spalle facendo finta che non ci conoscessimo, che non avessimo ancora l’alone di sporco sulla nostra pelle. Molti di quelli che ho incontrato sulla mia strada si sono lasciati completamente consumare dall'ossessione di cancellare ogni segno rimasto del proprio passato, la mia generazione e anche il mio paese."

E' cambiato qualcosa in te quando sono iniziati i primi successi?
"All'inizio della mia carriera, questo “demone” aveva trovato residenza anche dentro di me, cercava di offuscare da dove venissi con droghe, feste, modelle, cazzate varie. Speravo che gli altri dimenticassero chi ero ma poi ho capito: io sono quello della frazione di 1738 abitanti, io sono quello che veniva cacciato dalle discoteche perché sembravo un punkabbestia e dai centri sociali perché ero un tamarro. Ma tutte le difficoltà che ho incontrato mi hanno aiutato come arrivare qui, in questo momento, e camminare tra le strade della più grande città del mondo. Felice. Ho vinto”



Ci potresti dare qualche consiglio sulla scuola?

"Il mio consiglio è quello di scegliere la vostra passione, e quindi scegliere una scuola giusta e affrontarla con determinazione."



ARTICOLO DI GIANMARCO DE GRASSI




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