domenica 2 febbraio 2014

Complimenti ragazzi !!

Il giorno 7 gennaio, in occasione del settimo anniversario della scomparsa della prof.ssa Fiorella Di Ruscio, sono stati consegnati nell’aula magna del nostro Istituto i premi ai vincitori della quinta edizione del concorso dedicato alla professoressa.
Alla cerimonia erano presenti il Dirigente scolastico  Michele de Gaetano, il Prof Giovanni Laurenza, il Prof. Stefano Guadagnini, i familiari della Professoressa Di Ruscio, i docenti e gli alunni della sede centrale.
Il concorso prevedeva l’assegnazione di un premio per il biennio ed uno per il triennio. Si è aggiudicato  il primo premio  del biennio l’alunno Matteo Pizzuti, mentre il premio del triennio è andato all’alunna Di Fresco Marzia. Si sono classificati secondi gli alunni: Martina Termini  (biennio) e Felice Alessio (triennio). Il terzo posto è andato a Rebecca Dell'Uomo (biennio) e Cristopher Mercurio (triennio).

Facciamo i complimenti ai nostri compagni e ringraziamo coloro che ci hanno autorizzati alla pubblicazione dei loro elaborati. Siamo convinti che li troverete molto interessanti per le problematiche che affrontano e gradevoli da leggere per la qualità della scrittura.

Matteo Pizzuti: primo classificato per il biennio 

La nascita dei Social Network ha causato una rivoluzione che man mano ha coinvolto tutto il mondo, modificando il nostro modo di comunicare e il nostro modo di utilizzare la rete.
Il loro successo è stato così grande che, in pochi anni, sono diventati i principali mezzi di comunicazione.
Insieme ai loro vantaggi, i Social Network, hanno anche portato delle nuove problematiche, una delle principali è la sicurezza della nostra privacy.
La protezione dei nostri dati personali è considerata fondamentale nella rete, infatti, è un nostro diritto, inoltre per tutelarlo , è stata creata un'istituzione,ovvero, il Garante della Privacy, che, attraverso l'emanazione di alcuni regolamenti, si impegna a garantire agli utenti della rete la protezione dei loro dati personali.
In alcuni casi,la protezione della nostra privacy, non è poi così semplice, un esempio ci è proprio dato dai Social Network che con le continue modifiche alle loro politiche sulla privacy, rendono l'utente che,aderisce a queste,meno consapevole del trattamento dei suoi dati personali.
Grazie all'aggiunta di alcune clausole nelle loro politiche,i Social Network,riescono, senza violare alcun diritto,  ad ottenere il consenso da parte dall'inconsapevole utente al trattamento dei dati personali per scopi differenti.
La motivazione principale per cui i Social Network “violano” la nostra privacy è per la raccolta di informazioni che,in seguito, può scegliere di vendere ad una o più aziende.
Le tattiche che i Social Network utilizzano per carpire sempre più informazioni sono molte dalle più banali alle più complesse, ad esempio in Facebook un semplice “Mi piace” o, in Twitter e Google+ il “Segui” genera molte informazioni, oppure, i tag applicati ad una foto insieme ai suoi metadati,ovvero informazioni all'interno dell'immagine come il luogo, la data, l'ora e con quale dispositivo è stata scattata,  in più l'indicizzazione dei nostri profili sui motori di ricerca, fino ad arrivare ai complessi algoritmi che sono utilizzati per cercare informazioni tra le chat e i messaggi scambiati dagli utenti.
Un esempio concreto dell'utilizzo dei nostri dati è la ricezione, da parte degli utenti dei Social Network, di pubblicità che è stata scelta in base alla raccolta di informazioni sui nostri interessi come,  i profili che visitiamo, seguiamo, le persone con cui ci scriviamo, ma, altri interessi possono anche essere la musica che ascoltiamo e i video che guardiamo.
Evitare che i nostri dati circolino in rete a mio parere sarebbe impossibile ma ciò non esclude che l'utente possa utilizzare alcune accortezze che lo renderebbero più consapevole sulle informazioni che rilascia.
Un'attenzione maggiore andrebbe riservata alla lettura delle politiche sulle privacy che, a causa della lunghezza e della sua complessità, l'utente si limita semplicemente ad accettare senza neanche averne letta una minima parte.
Un'altra considerazione riguarda le impostazioni sulla privacy che l'utente dovrebbe tenere sempre sott'occhio sopratutto dopo che il Social Network in questione ha cambiato le sue politiche sulla privacy, infatti, potrebbero essere state aggiunte nuove impostazioni o al contrario rimosse o semplicemente modificate.
Altre piccole accortezze più generiche riguardano il controllo delle informazioni che potremmo pubblicare insieme ad una foto o ad un video, perciò, l'utente potrebbe disattivare l'impostazione di inclusione dei metadati nelle foto che effettuiamo magari da uno smartphone o da qualunque altro dispositivo.    
Le mie conclusioni perciò mi fanno pensare che,la privacy su Internet sarà sempre un problema perché la rete è in continua evoluzione e,perciò, richiede sempre nuove regole che tutelino la nostra privacy, ma visto che, creare nuovi regolamenti non sarà mai al passo dell'evoluzione della rete e anche la loro applicazione non è mai immediata e semplice, il miglior modo per proteggere i propri dati è tutelarli da noi stessi tenendo conto di alcune accortezze che ci rendano più consapevoli di ciò che circola su di noi nella rete.  

Marzia Di Fresco:  prima  classificata per il triennio 

Nel contratto per adesione ad un Social Network, le condizioni vengono stabilite a priori da una delle parti e proposte ad una generalità di possibili contraenti. I contraenti accettano le condizioni di questo contratto con un semplice “click” del proprio mouse e non hanno il diritto di modificare né aggiungere alcuna sezione del contratto: tale diritto spetta esclusivamente ai titolari del Social Network.
Per la tutela degli utenti che usufruiscono dei servizi offerti dai Social Network, si può fare riferimento al Garante per la protezione della privacy, ma egli non può far fronte a tutti i problemi con cui ci si scontra in questo ambito.
Prendiamo come esempio Facebook, il Social Network attualmente più famoso e con più iscritti: sebbene ognuno di noi possa accedervi dal proprio Paese, Facebook non ha la sede legale in Italia e noi, con il nostro “click”, abbiamo accettato di svolgere un ipotetico processo legale all’estero. Questa condizione ovviamente contribuisce a scoraggiare gli utenti a procedere legalmente verso i Social Network.
Secondo il parere di molti, la tutela più efficace è l’autotutela, ossia l’attenta gestione dei propri dati personali. Per autotutelarsi, gli utenti dovrebbero avere delle conoscenze base riguardanti le modalità di utilizzo dei Social Network.
Prima di tutto è necessario capire quali sono le condizioni che dovrebbero essere rispettate e quali sono gli effetti prodotti nel caso in cui vengano violate.
Ogni utente dovrebbe avere la possibilità di eliminare il proprio account (profilo personale) dal Social Network cui è iscritto. E’ così nella realtà? Nella maggior parte dei Social Network tale opzione è assente.  L’utente ha solamente la capacità di disattivare il proprio account, spesso inconsapevole del fatto che la disattivazione non comporta la cancellazione, per cui tutti i dati inseriti e le informazioni correlate rimangono memorizzate nei server dei Social Network.
In questo modo alcune aziende hanno l’opportunità di rintracciare in ogni caso un determinato account e  raccogliere le informazioni ad esso collegate.
A volte queste aziende utilizzano le informazioni raccolte a fini commerciali, ma il marketing è l’ultima cosa da temere: molti datori di lavoro avviano una ricerca on line per farsi un’idea del tipo di persona con cui stanno per lavorare e in base a queste informazioni decidono se accettare un dipendente o fare una proposta di lavoro. Prima di postare qualsiasi foto, pensiero, messaggio o altro, chiediamoci se tali elementi rispecchiano l’impressione che desideriamo trasmettere agli altri.
Una situazione più grave rischierebbe di crearsi se un ladro avesse l’abitudine di tenersi informato sui nostri spostamenti o sui nostri acquisti. Anche se al momento dell’iscrizione ad un Social Network ci viene chiesto il nostro indirizzo, siamo sicuri che rendendolo pubblico non corriamo dei pericoli?
Non tutti inseriscono il proprio indirizzo o recapito telefonico, ma chi di voi non inserisce il proprio nome e cognome? Ebbene, gli utenti dovrebbero avere il diritto di effettuare la propria registrazione ad un Social Network usando uno pseudonimo. Nonostante ciò, quando inseriamo uno pseudonimo, Facebook comunica che il nostro “ click” non può essere accettato e che il nostro account rischia di essere disattivato.
Oltre alle impostazioni di default, ogni utente è abilitato alla modifica delle impostazioni avanzate anche concernenti la privacy. Si può per esempio indicare quale gruppo di amici sia abilitato a visualizzare determinati elementi del nostro profilo. Queste restrizioni sono sufficienti a tutelarci da eventuali estranei? No. Se un nostro amico commenta, condivide o clicca “mi piace” ad  un nostro post (elemento pubblicato), quest’ultimo sarà visualizzato da un altro gruppo ancora di utenti.
Un’altra azione preventiva può consistere nella cancellazione periodica dei “cookies” dal nostro browser, ossia strumenti attraverso i quali rimangono salvate determinate informazioni che inseriamo in qualsiasi pagina web visualizzata dalla nostra postazione e che vengono utilizzate per scopi commerciali. Per esempio, se nel nostro account abbiamo inserito il nostro indirizzo o abbiamo pubblicato la nostra posizione tramite un dispositivo GPS e se dopo abbiamo svolto una ricerca relativa agli air style di tendenza, sarà molto probabile trovare nella nostra homepage la pubblicità di qualche negozio di parrucchiere della nostra zona o di rivenditori online che spediscono prodotti anche nella nostra città.
Qualsiasi precauzione prendiamo e per quanto ci teniamo informati sulla realtà dei Social Network, dobbiamo sempre tenere in considerazione che dietro ad essi esistono aziende di vaste dimensioni, su cui investono una moltitudine di soggetti, per cui il servizio che ci offrono non sarà mai gratuito e non agiranno nel nostro interesse ma nel loro. L’insieme delle informazioni che mettiamo a loro disposizione è la moneta con cui le paghiamo; tale moneta non potrà mai tornare indietro, quindi pur facendo affidamento sull’attuale sistema normativo è necessario ponderare con molta attenzione tutto ciò che vogliamo pubblicare online e anche utilizzare con estrema discrezione le informazioni che non riguardano direttamente la nostra persona.

Martina Termini: seconda classificata per il biennio

Al giorno d'oggi moltissime persone sono iscritte a dei Social Network come Facebook, Twitter,  Messenger e molti altri ancora.
I Social Network sono lo strumento più utilizzato per comunicare, in particolare li usano molto i giovani: vengono utilizzati per la messaggistica istantanea,  per condividere foto, video, stati d'animo, pensieri e vita privata con la propria comunità di amici, anche loro iscritti al Social Network. 
Le azioni appena citate, molto spesso, vengono fatte senza la consapevolezza di ciò che avviene o che potrebbe avvenire quando si mettono dei dati personali sui Social Network ed, in generale, su Internet.  Noi pensiamo che i nostri dati vengano visualizzati solo dagli "amici" del nostro profilo o dai nostri "followers", ma non è così!  Nell'istante in cui noi pubblichiamo un'informazione sulla rete, questa viene salvata in appositi server e diventa di tutti; non potremo mai più toglierla completamente da Internet perché essa potrebbe essere stata salvata da terzi, anche a noi sconosciuti, in un momento antecedente all'eliminazione e potrebbe essere quindi ripubblicata in un qualsiasi momento ed a nostra insaputa, o potremmo anche rotovarla con ricerche apposite nei motori di ricerca.
Per evitare ciò, in Italia, sono state fatte delle leggi nel 1996 e nel 2003 riguardo il trattamento dei dati personali e sensibili delle persone; anche l'Unione Europea bel 2012 ha deciso di fare un regolamento oer tutti gli stati membri  non molto diverso da quello che già abbiamo: sono stati aggiunti ai dati da tutelare quelli genetici e quelli etnici.
Tramite queste leggi viene tutelato il diritto di noi, persona fisica e giuridica, di poter avere accesso a tutti i dati che ci riguardano e a modificarli, nasconderli o cancellarli.
I nostri dati sul web sono spesso utilizzati come strumento di controllo nei nostri confronti da parte di datori di lavoro, conoscenti, amici ed aziende.  La cosa più importante,  però, è l'utilizzo di nostre foto, informazioni si di noi e sui nostri comportamenti per fini commerciali a nostra insaputa e, quindi, senza che ci sia riconosciuto alcun compenso. 
Quando la nostra privacy viene violata o i nostri dati vengono utilizzati sensa il nostro consenso ci possiamo rivolgere al Garante per la privacy e per la protezione dei diritti ad essa collegati che, con un procedimento breve e non molto costoso, ci darà una somma di denaro in segno di risarcimento dei danni subiti; se non ci possiamo o non vogliamo rivolgerci al Garante, potremo avere comunque un risarcimento dichiarando l'accaduto ad un tribunale civile, anche se il procedimento, in questo caso sarà più lungo e costoso.
Secondo me, prevenire è molto meglio che curare, quindi, per evitare che i nostri dati vengano utilizzati a scopi commerciali senza la nosta approvazione, non dovremmo mettere in rete alcun nostro dato, ma se ci è necessario bisogna cercare di mettercene il meno possibile! 
Secondo me, per schermarci da tutto ciò bisogna, quando dobbiamo registrarci ad un Social Network, usare uno pseudonimo o un nickname, come avveniva prima della nascita di Facebook, così, almeno il nostro nome sarà protetto e più raramente si risalirà alla nostra vera identità;  bisogna inoltre leggere molto attentamente il contratto di adesione e lo dovrebbero,  per me, spedire via faxe far fimare a mano o, sul computer, lo dovrebbero far firmare con la firma digitale. 
Inoltre, una volta iscrittisi al Social Network, si deve evitare di pubblicare foto, video, stati e pensieri che possano essere compromettenti in un qualsiasi futuro. 
Dovremmo anche evitare di mettere i "mi piace" alle pagine di aziende o comunque a pagine con contenuti commercializzabili perché le aziende pubblicitarie assumono persone apposite per registrare quale pagina ha più "mi piace" e la fascia di età, cioè il target, di chi lo mette. Le nostre informazioni, una volta registrate saranno utilizzate a scopi pubblicitari; le agenzie sapranno già a chi rivolgere la pubblicità per far vendere quel prodotto che rispecchierá i nostri gusti in modo da guadagnare sulle nostre spalle.
Ogni giorno, noi, con i "click" che facciamo, con i "mi piace" che mettiamo e con le parole che scriviamo, contribuiamo ad operazioni commerciali senza essere ricompensati.
I Social Network ci sfruttano per arricchire il creatore dello stesso quindi noi non dovremmo più mettere sui Social Network i nostri dati o, almeno, quando li mettiamo dobbiamo controllarne la tutela! 

Rebecca Dell'Uomo: terza classificata per il biennio


Da un po’ di anni i Social Network si stanno evolvendo sempre di più, facendo aumentare anche il rischio di invadere la propria privacy.
Io, qualche anno fa, mi sono iscritta a Facebook, e durante la registrazione mi chiedevano molti dati personali (nome, cognome, data di nascita, ecc.). In questo modo chiunque andasse sul mio profilo poteva sapere chi ero dove abitavo, così cercai di fare in modo che solo una cerchia ristretta di persone potesse vedere il mio account.
Ma altre persone che non si “nascondono” come me, possono essere localizzate e inquadrate da gente che magari vuole solo abusarne. Per esempio, se tu scrivi che stai al bar con dei tuoi amici, qualcun altro, vedendolo, potrebbe approfittarne per entrarti dentro casa. Oppure in altri casi una persona potrebbe usarti come oggetto per propri usi commerciali.
Per difendersi da queste eventualità bisognerebbe inserire meno dati personali, come si faceva una volta che si mettevano solo dei nickname, e bisognerebbe fare come ho fatto io, cioè restringendo le persone (magari amici stretti) a cui vuoi far vedere quello che fai.
Al giorno d’oggi alcuni mettono sul loro profilo delle foto per essere identificati da altri. Così facendo la loro privacy è sempre più a rischio perché chiunque volesse, incontrandoti per strada, potrebbe commettere atti di violenza. Dico così perché oggi le persone ti picchierebbero anche per il solo fatto che sei brutto/a o che sei più piccolo/a rispetto a loro.
In giro c’è anche gente che, vedendo che sei una bella ragazza, potrebbe violentarti, come si sente molto spesso ai telegiornali: vi conoscete su Facebook e poi, quando vi incontrate, l’altro abusa di te. Ecco perché sarebbe meglio aggiungere solo persone che conosci.
Quindi, per evitare che accadano certe cose, bisognerebbe proprio evitare di inserire dati personali e foto sui Social Network e anche evitare di mettere quei dati che possono essere facoltativi. Non bisognerebbe neanche mettere la localizzazione nei tuoi post, così restringendo sempre di più i rischi della invasione della privacy. Inoltre bisognerebbe cambiare password almeno una volta al mese, cambiandola con numeri o lettere che nessuno si potrebbe immaginare, per fare in modo che nessuno entri sul tuo account per usufruirne per cose sue (scambi commerciali o addirittura atti di vandalismo).
Così facendo, non è che ci si escluda da queste eventualità, però è molto più sicuro.
Penso che forse sarebbe meglio non iscriversi ad un Social Network, però senza di essi le persona si sentirebbero fuori dalla società e è per questo che questi siti si evolvono sempre di più, per far iscrivere sempre più gente.

Cristopher Mercurio: terzo classificato per il triennio

“A quanti piacerà la mia foto?” “Sono uscito/a bene sulla foto?” “Sarò uscito ben visibile su “Facebook” così da aumentare la mia popolarità?” A chi non sa di cosa sto parlando sembrerei un matto, ma ormai al giorno d’oggi sono queste le principali frasi che ragazzi e ragazze pensano al momento della pubblicazione di foto sui social network.
Ma partiamo invece da un’altra domanda. Cosa sono i social network? I social network sono dei siti web, applicazioni o piattaforme virtuali dove la gente si iscrive per entrare in contatto con persone sparse per il resto del mondo, dove è possibile condividere, inviare foto, video e infine anche canzoni; iscriversi non richiede particolari procedure basta inserire il proprio cognome, nome, data di nascita, e-mail, sesso, telefono e cosa più importante la scelta ben sicura della password (composta principalmente di caratteri alfanumerici), et voilà ora anche tu fai parte del mondo dei social network.
Ma come i social network proteggono le nostre informazioni? Si ok, posso accettare che le nostre informazioni siano ben visibili soltanto a chi vogliamo, accettiamo come “amico”, ma se quell’amico tanto fidato alla fine risulta essere un falso amico? Un profilo falso che ti spia, che ti controlla ogni tuo piccolo movimento per altri fini? A noi chi ci garantisce una sicurezza tale da muoverci liberalmente su piattaforme di questo genere?
Va bene mi potete citare l’esistenza della proposta di legge, avente forza legge, datata 30 dicembre 1996 nella quale viene enunciata il principio della privacy, in quanto ogni persona è tutelata al fine della diffusione dei propri dati.
Ma chi realmente ci garantisce che gli amministratori dei social sono realmente interessati a proteggere i dati dei loro iscritti e che non sono soltanto presi da pensieri lucrativi e che riguardano solo l’amministrazione della finanza e quindi del denaro, ciò che viene considerato lo strumento che muove le masse?
Al giorno d’oggi ognuno di noi è tranquillo, senza pensieri per la testa, come lo sono io adesso seduto qui a scrivere questo testo, ma noi non sappiamo se dall’altro capo del mondo c’è qualcuno che si trova con la nostra foto in mano con tutte le informazioni PRIVATE allegate? E che scopi abbia questa persona? Ma la domanda che sorge spontanea: “COME HA FATTO AD AVERLA?????”
Perché alla fine parlando in modo esplicito, quasi mai nessuno ha uno scopo positivo, ma sempre un fine commerciale o il fine di condividere informazioni sugli utenti senza preavviso. Quindi non sarei proprio sicuro che il sistema normativo attuale sia sufficiente alla difesa degli utenti, anche perché diciamocelo chiaro alla fine qual è lo strumento che ci protegge la password? Una parola inventata composta sia da numeri che lettere? Che basta soltanto che la si mette in un posto pubblico davanti ad altre persone che così la sanno pure loro? No, non credo sia sufficiente; invece perché non si costituisce un ulteriore disposizione all’interno di questi siti che permetta così la sicurezza, la reale sicurezza del cittadino, come delle domande per verificare la conoscenza reale dell’individuo localizzato? O addirittura dei sistemi più efficaci e meno violabili?
Alla fine le mie sono solo parole e possono soltanto rimanere tali, ma è giusto che ognuno di noi, in base all’art. 21 della Costituzione Italiana esprima il proprio pensiero, e quindi consentitemi soltanto di dire una parola, un’ultima cosa, continuando così di questo passo non si sa dove si andrà a finire.